L’importanza dell’errore e la penna cancellabile

La penna è quello strumento con cui i bambini entrano in contatto, dopo una prima fase di apprendimento della scrittura, quando arrivano alla scuola primaria.

L’insegnamento della scrittura avviene con la matita, poiché è lo strumento più idoneo per il bambino ad imparare a scrivere, in quanto gli consente di sbagliare più volte, come è normale che avvenga, in questa fase di apprendimento.

Rompere la punta della matita all’inizio, è normale, proprio perché il bambino deve imparare a dosare la pressione da esercitare.

E’ bene ricordare che l’apprendimento della scrittura non avviene in modo automatico ma deve essere insegnato, e necessita di tempo. 

Imparare a scrivere è un’attività complessa che impegna il bambino sotto molteplici aspetti, sia motori che cognitivi. 

Dal punto di vista motorio, il bambino deve sia riuscire ad impugnare nel modo corretto la matita, non in modo palmare ma distale, e qui entrano in gioco i pre-requisiti della scrittura, fra cui la motricità fine, sia la coordinazione occhio-mano, far scorrere la matita sul quaderno e riportare, memoria a breve termine, sul proprio quaderno quello che la maestra scrive alla lavagna.

Lo scorrimento della matita sul foglio è un elemento percettivo non così immediato, il bambino deve capire quanta pressione deve esercitare per far in modo che la punta della matita non si spezzi, per un’eccessiva pressione, così come non deve essere troppo leggera, altrimenti non si vede quanto viene scritto.

Sino agli anni ’80 i bambini si avviavano all’apprendimento della scrittura nel primo anno con l’insegnamento dei due principali caratteri dell’alfabeto:

  • Carattere maiuscolo
  • Carattere corsivo

mentre ormai da diversi anni, si insegnano contemporaneamente più caratteri:

  • Carattere maiuscolo
  • Carattere corsivo
  • Carattere minuscolo

Questi tre tipi di caratteri presentano un movimento grafico differente, e questo porta solo molta confusione nei bambini, che faticano in fase di apprendimento a riconoscere i caratteri differenti e sovente li mischiano fra di loro.

Da quanto esposto si capisce, quindi, quante attività complesse deve mettere insieme il bambino per imparare a scrivere, non essendo un’attività spontanea, e deve essere in possesso di una buona motricità fine, di una adeguata conoscenza corporea, deve coordinare il  movimento occhio-mano.

I bambini che entravano a scuola sino agli anni ’80/90, avevano dei buoni pre-requisiti, elementi fondamentali per un corretto apprendimento della scrittura, nel tempo questi elementi sono diventati sempre più deficitari, a titolo d’esempio la maggioranza dei bambini non sanno più allacciarsi le scarpe, questo è un movimento importante per il coordinamento occhio-mano, ne consegue che va a inficiare un corretto apprendimento.

Dopo aver compreso quale attività complessa è l’apprendimento della scrittura, fino agli anni ’80, si abbandonava la matita già in classe prima, dopo la prima fase di insegnamento, per passare all’utilizzo della penna tipo Bic, in periodo precedente c’era l’utilizzo della penna stilografica, la penna migliore per poter scrivere, per molteplici ragioni.

Il passaggio dalla matita alla penna tipo Bic, avveniva in un lasso di tempo minore di quanto invece accade negli ultimi vent’anni e forse più. Era sufficiente un tempo più breve per passare dalla matita alla penna, perché i bambini avevano tutti i pre-requisiti per apprendere la scrittura, di cui si è parlato in precedenza, mentre ora si assiste a un tempo più lungo di apprendimento in quanto sono deficitari, proprio quei pre-requisiti fondamentali.

I bambini quindi iniziavano a scrivere con la penna e dovevano prestare molta attenzione a ciò che scrivevano perché non si poteva cancellare, o meglio, se si doveva correggere un errore, si poteva procedere o tirando una riga sulla parola o cerchiandola, oppure utilizzando la gomma che andava a cancellare parte di quell’errore lasciando una traccia visibile di quanto accaduto.

Era importante avere un quaderno ordinato, quindi si cercava di non fare troppe cancellature per non inficiare questo ordine, ma si dava comunque la possibilità ai bambini di vedere ciò che avevano sbagliato e quindi correggerlo, potendo prestare attenzione perché quell’errore non venisse ripetuto.

Nel tempo si è passati dall’utilizzo della penna tipo Bic alle famigerate penne cancellabili.

penna non cancellabile
penna cancellabile

L’introduzione della penna cancellabile, ha purtroppo aperto alcuni scenari sulla formazione complessiva degli studenti, non molto edificante.

Il primo aspetto che è emerso nel corso degli anni, è la crescente scarsa attenzione che si pone nell’evitare di commettere errori, perché tanto si può cancellare all’infinito, scrivo-cancello-riscrivo, ma l’altro aspetto molto rilevante nella formazione è la non ammissione dell’errore, poiché non ne rimane traccia.

Quindi da una parte c’è la possibilità di continuare a cancellare ciò che si è scritto, e quindi non fermarsi a riflettere su quanto si scrive, di contro cancellare l’errore commesso, invece che tirare una riga, non permette, soprattutto in fase di apprendimento, di ‘vedere’, ‘comprendere’ ciò che si è sbagliato e di conseguenza correggerlo, interiorizzarlo, quindi farne esperienza.

Questo modo di procedere ha creato, generazioni di ragazzi a cui, da una parte è consentito continuare a reiterare l’errore, dall’altra però, non vedendo e comprendendo l’errore commesso, lo si continua a riproporre.

La società ha costruito nel tempo la non accettazione dell’errore, tutto deve apparire perfetto

Gli adulti, invece conoscono quanto sia importante l’errore per poter crescere, senza errori non c’è la possibilità di migliorarsi.

Siamo in una società in continua accelerazione, tutto deve avvenire presto e bene, questo accade già a scuola, dove continuamente si sente ripetere che bisogna rispettare il programma, pertanto non si dà il giusto tempo ai bambini, di interiorizzare quanto viene insegnato.

Questo continuo bisogno di correre, soprattutto nei primi anni di scuola, porta gli studenti a passare nei vari gradi di scuola, senza mai potersi fermare a comprendere gli errori commessi.

I quaderni, nella scuola primaria, saranno per certi punti vista più ordinati, per la mancanza di correzioni evidenti di una riga o di una gomma, ma sono molto più impersonali, c’è più omologazione.

Si può quindi pensare, da quanto descritto sino ad ora, quanto un semplice strumento, come la penna non cancellabile, sia un elemento altamente educativo che permette di sbagliare e vedere il proprio errore.

Pertanto torniamo a dare ai bambini la penna non cancellabile, nel momento che hanno ben appreso la scrittura, in questo modo otterremo più risultati: aumenteranno la loro attenzione e diventeranno degli adulti responsabili e consapevoli che la vita, non è una pagina ben scritta senza errori, come una pagina stampata di un libro, quindi impersonale, ma la loro vita sarà fatta di errori, correzioni, fermate e ripartenze, e potranno così costruire una società di valore e non di fatua apparenza.