Questa frase mi viene detta tutte le volte che una persona apprende il lavoro che svolgo, sono una consulente grafologa. Mi viene raccontato che, a seguito dell’uso quotidiano del pc o cellulare, i momenti per scrivere a mano si sono molto ridotti oppure sono inesistenti, e quando si ritrovano a dover scrivere qualcosa si sentono bloccati di fronte ad una penna e al foglio bianco, come se non fossero più in grado di vergare le lettere, difficoltà a ricordare la forma e il collegamento interletterale tipico del carattere corsivo, problematica che le generazione degli anni 70/80 e in parte 90 non avevano, poiché scrivevano in corsivo regolarmente.
Queste dichiarazioni da un lato mi rattristano e dall’altro mi preoccupano, poiché dimostrano quanto l’uso pregnante della tecnologia abbia invaso la nostra quotidianità, tanto da far quasi ‘dimenticare’ la capacità di scrivere a mano, attività che solo fino a qualche anno fa’, era del tutto normale praticare, pensiamo alla lista della spesa, all’utilizzo dell’agenda e la rubrica telefonica, i biglietti d’auguri e quanto più potete immaginare possa richiedere l’uso della scrittura a mano.
Pertanto se già gli adulti rischiano di non ricordarsi più come si scrive a mano, e la utilizzano così raramente, cosa può succedere nei bambini, adolescenti che vengono invasi sin dalla più tenera età da questi strumenti digitali?
Bisognerebbe fermarsi a riflettere…
Quanto gli strumenti digitali stanno sostituendo la nostra memoria e le nostre abilità primarie?
Durante gli incontri che svolgo sull’importanza della scrittura a mano nell’era digitale, pongo questa domanda: quanti numeri di telefono vi ricordate? Appaiono volti dubbiosi e la maggior parte delle persone mi risponde, che in effetti ne ricorda pochissimi, arrivare a cinque numeri telefonici è già un primato, mentre sino a pochi anni fa ognuno di noi ricordava una quantità di numeri a memoria maggiore. Questo porta a una seconda domanda, stiamo quindi perdendo la nostra memoria e la stiamo delegando a uno strumento esterno? Poiché se non ricordiamo più a memoria i numeri di telefono, almeno delle persone più importanti, gli stessi non li trascriviamo su una agenda cartacea, nel momento stesso in cui al nostro dispositivo dovesse succedere qualcosa, che può essere una rottura improvvisa, la perdita stessa dell’oggetto, ci ritroviamo improvvisamente privati di una parte della nostra vita.
E questo non accade solo per i numeri telefonici, ma anche per le fotografie altro importante aspetto della nostra vita che riguarda sempre la nostra memoria, chi siamo e come eravamo.
Credo sia opportuno comprendere quanto sia importante scrivere a mano ogni giorno qualcosa, anche una piccola cosa, come ad esempio un numero telefonico invece di farsi fare uno squillo o farselo inviare, o prendere un piccolo appunto, riprendere in sostanza, quelle piccole attività di scrittura, come un semplice biglietto d’auguri che ha, indubbiamente un impatto emotivo migliore di un freddo augurio digitale.
E se ci volessimo molto bene, dovremmo tornare a scrivere un diario, se non quotidiano, trascrivere almeno gli eventi più importanti chi ci sono capitati o che stanno avvenendo nel mondo. Lasciare una traccia che ci aiuti, per vari aspetti, sia a conservare la nostra memoria, sia come forma catartica, poiché è noto che mettere su carta i propri pensieri abbia un effetto ‘terapeutico’.
Inoltre è consegnare, un segno tangibile dell’attuale presente al futuro delle prossime generazioni, che diversamente avranno poco o nulla con cui confrontarsi e con cui costruire una propria identità non avendo un passato, che ad oggi è solo virtuale e che può facilmente svanire, per i motivi sopra descritti. Un esempio di memoria che rischia di dissolversi, sono le fotografie, scattate in elevata quantità, ma poi non stampate, spesso neanche quelle più rappresentative.
Infine molti studi di neuroscienze dimostrano l’interazione che avviene fra mano e cervello, digitare la lettera A oppure E è indifferente, si schiaccia sempre un tasto, il cervello non deve distinguere nulla, infatti si può tranquillamente digitare senza guardare la tastiera, mentre non lo è se scrive a mano, poiché, a parte la propria firma, bisogna vedere ciò che si scrive, c’è un’interazione visuo-grafo-motoria, e i movimenti deputati a riprodurre le lettera A sono differenti a quelli della lettera E, ed è questa differenza che permette al nostro cervello di mantenersi attivo, elastico.
Quindi per il nostro bene, torniamo a scrivere a mano, carte e penna sono validi alleati, per salvare la nostra memoria!
immagini reperite dal web